LA RESPONSABILITA' CIVILE DEL GIUDICE APPRODERA' IN COMMISSIONE GIUSTIZIA
pubblicata da Marcello Sanna il giorno giovedì 10 febbraio 2011 alle ore 20.40
Dopo anni di battaglie finalmente ci siamo: si parla seriamente di responsabilità civile DIRETTA del magistrato che sbaglia nell'esercizio delle sue funzioni.
Ci sono voluti anni di battaglie e di scontri con i muri di gomma istituzionalizzati e sorretti dalla sinistra ! Ma anche da molti imbecilli perdigiorno che ci siamo allevati come serpi all'interno del PDL. Ma ora è finita !
Non esistono giudici buoni e giudici cattivi, ma solo giudici responsabili. Almeno è così che ci piacerebbe immaginare la giustizia italiana, ma le abbondanti statistiche e le recenti dichiarazioni del Procuratore Generale della Cassazione, Esposito Vitaliano, durante l’apertura dell’anno giudiziario, lasciano credere che di strada verso la responsabilità ce ne sia ancora molta da percorrere. Per questo il Pdl, in funzione di legislatore, ha deciso di rimettere in carreggiata un ddl che sta a cuore a molti italiani: norme in materia di responsabilità civile dei magistrati.
In parole povere: chi rompe paga !
La commissione Giustizia alla Camera ha deciso di procedere con la reintroduzione della responsabilità civile dei magistrati. A partire da questa settimana, infatti, si avviano le audizioni sulle sette proposte di legge in materia, tra cui tre del Pdl, due della Lega, 1 dell'Udc e 1 dei Radicali, questi ultimi già sulle barricate nel 1987, anno del referendum che con l’80% dei sì decretò il volore popolare contro l'insindacabilità nel merito dell'attività giurisdizionale.
Di queste sette proposte di legge una merita risalto, non tanto per la qualità, quanto per il suo firmatario: Matteo Brigandi, ex deputato del Carroccio e attuale componente del Csm, è ora al centro di un'indagine per la fuga di notizie su un vecchio procedimento disciplinare nei confronti di Ilda Boccassini, magistrato noto alle cronache per il ‘caso Ruby’. Dopo questa nota di colore e riflessione, torniamo a noi: la Commissione vuole intervenire per modificare la legge scandalo del 13 aprile 1988, n. 117, conosciuta come legge Vassalli, sul 'Risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati', la quale stabilisce che "chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni può agire contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale".Cosa c’è che non va in queste parole solo apparentemente gratificanti ?
C'è che nella realtà dei fatti il cittadino non può fare causa direttamente al magistrato, ma deve chiamare in giudizio lo Stato e chiedere a esso il risarcimento del danno. E solo in caso di ingiusta detenzione.
Se poi il giudizio sarà positivo per il cittadino, allora sarà lo Stato a chiamare a sua volta in giudizio il magistrato, che, a quel punto, potrà essere chiamato a rispondere in prima persona, ma solo entro il limite di un terzo di annualità di stipendio. Per capire quanto sono criminali basti pensare che ad un normale cittadino nelle stesse condizioni viene richiesto il pagamento immediato o,in difetto, gli pignorano casa,auto e quant'altro su cui possano mettere le mani !
Le proposte all'esame della commissione Giustizia danno invece la possibilità di chiamare in causa direttamente il magistrato che abbia errato dolosamente o per colpa grave ( la nostra prevede il dolo e la colpa ) e chiedergli il risarcimento del danno che ha prodotto emanando, ad esempio, mandati di cattura sbagliati a causa di omonimie non controllate, o avendo ordinato una carcerazione preventiva poi rivelatisi non necessaria.
Noi la richiediamo IN TUTTI I CASI IN CUI IL MAGISTRATO ABBIA CAGIONATO DANNO (perdita di lavoro, chiusura di azienda, smembramento e perdita di affetti familiari, ingiusta quantificazione di quota alimenti in caso di separazione etc.).
Alcune delle proposte mirano poi ad eliminare alcuni 'filtri preventivi' della legge Vassalli che stabiliscono chesolo quando il cittadino abbia vinto la causa nei confronti dello Stato, lo Stato può chiamare in giudizio il magistrato per rivalersi su di lui i, ma non oltre il limite di un terzo di annualità dello stipendio percepito !
Inoltre, da quanto si apprende sul sito ufficiale del Consiglio Superiore della Magistratura http://www.csm.it/pages/civile.html), secondo l’ormai celebre insindacabilità nel merito dell'attività giurisdizionale e fermo restando quanto detto finora, può esservi eventualmente spazio per la responsabilità disciplinare del magistrato, laddove, secondo la costante giurisprudenza della Sezione disciplinare del C.S.M., ci si trovi in presenza di un'abnorme o macroscopica violazione di legge ovvero di un uso distorto della funzione giudiziaria.[…]Tuttavia il CSM ci ricorda prontamente che l'azione di responsabilità e il relativo procedimento soggiacciono a regole particolari, senza contare il rapporto ci co-titolarità Csm e Procura Generale.
In altre parole promettono una opposizione dura e feroce alla perdita di privilegi e prebende frutto non già di merito ma di accordi politico-giudiziari della peggior specie attuati con la complicità e la connivenza della sinistra .
Non abbiamo alcuna intenzione di sottostare a ulteriori ricatti e minacce attuati da un potere privo di legittimazione popolare ma che si è elevato al di sopra dei poteri grazie ai già citati maneggi politici.
Un terreno scivoloso quello della magistratura, che però contiene al suo interno il potere più influente per uno Stato democratico e per questo è oggetto di una moltitudine d’attenzioni che non solo rallentano le buone intenzioni, ma le manipolano a immagine e somiglianza degli interessati. Per questo, concludiamo ricordando che la battaglia per una magistratura migliore non è una prerogativa del centrodestra, tutt'altro: la battaglia per l'introduzione del sacrosanto principio di responsabilità, come ricorda Claudio Borghi, vide fra i promotori anche personaggi come Leonardo Sciascia, Mario Soldati, Umberto Veronesi e l’adesso dipietrista Gianni Vattimo, nonché alcuni fra gli stessi magistrati considerati di «ultrasinistra» come Franco Marrone.
Ma anche Marcello Sanna, convinto anticomunista, che dalla sua umile posizione parla a nome di quelli di cui nessuno ricorda mai di parlare: i Cittadini Italiani stufi marci di subire errori giudiziari e danni derivanti da lassismo e politicizzazione diffuse che hanno reso la magistratura un'istituzione non più degna della nostra fiducia .
IL WEB NON APPARTIENE ALLE PANTEGANE ROSSE !
"Bisogna rivendicare, in nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti"
Karl Popper
Rivendico il diritto ad essere intollerante nei confronti dell'ideologia comunista, dell'islamismo assassino e illiberale, dei nemici di Israele e di quelli che per abbattere l'avversario, in assenza di sostegno popolare, utilizzano una magistratura da operetta che ormai ha perso ogni credibilità ed onorabilità producendo 4 milioni di vittime di errori giudiziari !
Marcello Sanna
Karl Popper
Rivendico il diritto ad essere intollerante nei confronti dell'ideologia comunista, dell'islamismo assassino e illiberale, dei nemici di Israele e di quelli che per abbattere l'avversario, in assenza di sostegno popolare, utilizzano una magistratura da operetta che ormai ha perso ogni credibilità ed onorabilità producendo 4 milioni di vittime di errori giudiziari !
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