I GOLPE DELLA SINISTRA: Berlusconi come Giovanni Leone ?
pubblicata da Marcello Sanna il giorno lunedì 14 febbraio 2011 alle ore 1.41
Chi si ricorda Giovanni Leone ? Sesto Presidente della Repubblica , grande e fine giurista, uomo della DC. E onesto.
Qualità questa assolutamente non gradita alla sinistra e ai suoi sodali in toga ed ermellino.
Vediamo come i delinquenti rossi (molti di loro calcano ancora le scene !) distrussero un uomo e abbatterono la più alta carica della Repubblica Italiana e poniamo in risalto le analogie con la tattica posta in essere contro Silvio Berlusconi da DELINQUENTI DIVERSI MA DI IDENTICA PROVENIENZA ED APPARTENENZA.
Ciò che consegna la figura di Giovanni Leone alla storia nazionale sono le sue dimissioni: gesto estremo di un uomo lasciato solo da tutti, ivi compreso il suo partito, di fronte ad accuse che poi si riveleranno in più processi del tutto infondate e prive di ogni riscontro pratico ma che riuscirono, in qualche misura, a condizionare la storia dell'istituzione più alta della Repubblica.
FASE 1: La campagna denigratoria
Sin dal nel1975 il Partito Radicale ed in primis Marco Pannella inizia una dura campagna denigratoria contro il sesto Presidente della Repubblica. Mentre Pannella faceva sfilare centinaia di persone sotto al Quirinale per chiedere le dimissioni di Leone, il Gruppo Editoriale L'Espresso e una sua giornalista, Camilla Cederna, colgono la palla al balzo per rafforzare la campagna. La Cederna pubblica anche un libro: "Giovanni Leone - Carriera di un presidente" in cui elencò una serie di irregolarità fiscali, amministrative e giudiziarie che il Capo dello Stato ed alcuni membri della sua famiglia avrebbero commesso per ottenere ingenti vantaggi economici. Una parte del libro venne dedicata anche alle presunte abitudini sessuali deviate dei figli di Leone, ed ampio risalto al supposto operato dei protagonisti di questa vicenda venne dato nel settimanale OP anche da Mino Pecorelli, il quale figura tra i "collaboratori" che la Cederna omaggiò con un sentito ringraziamento nella seconda pagina di copertina del suo libro. Accusato persino di vendere i provvedimenti di grazia, al Presidente Leone nel pamphlet edito dal gruppo editoriale citato veniva persino contestato di aver attuato questa pratica "commerciale" a favore di un condannato per mafia che - in verità - beneficiò sì della grazia, ma disposta dal predecessore Saragat.
FASE 2: L'attacco politico giudiziario
L'anno dopo si abbatte sul Presidente della Repubblica, in tutta la sua virulenza, lo scandalo Lockheed: una commissione d'inchiesta americana appura che alti funzionari del governo italiano, tra cui anche un ex capo del governo, avevano - dietro il pagamento di forti tangenti - ordinato alla Lockheed la produzione di aerei militari di cui l'Italia non aveva bisogno. Ad orchestrare la vicenda sarebbe stato, secondo gli inquirenti americani, un importante uomo politico italiano coperto dallo pseudonimo di Antelope Cobbler. La nebulosa identità del soggetto portatore di questo pseudonimo e le indicazioni circa il suo essere stato Presidente del consiglio unitamente ad una serie di ragionamenti al limite del surrealismo giudiziario (del tipo: l'antilope è un animale della foresta simile ad un leone; l'antilope è la bestia che mangia - Cobbler - il leone; il Presidente Leone, in una visita di stato in Aerica, rimase particolarmente affascinato da un paio di scarpe in pelle di antilope esposte in una vetrina) portarono la campagna di stampa e di piazza a sostenere l'incriminazione del capo dello Stato (peraltro collega ed amico dell'Avvocato Ovidio Lefebvre, coinvolto nell'inchiesta come mediatore) in quanto con certezza riconoscibile nella persona di Antelope CObbler.
FASE 3: La distruzione e le dimissioni
Il Presidente Leone era dunque ormai politicamente indebolito dalla campagna montata nei confronti della sua persona e della sua carica, ma fu soltanto dopo il rapimento e la morte del suo amico Aldo Moro ( che più volte si dichiarò pronto a cercare di salvare firmando la grazia per qualche detenuto brigatista, purchè il governo Andreotti gliela avesse proposta) che rassegnò le dimissioni dietro la feroce spinta del PCI.
Leone si dimise dunque il 15 giugno del 1978. Con un discorso a reti unificate alla Nazione prese commiato dagli italiani, dichiarando, guardando fisso e fiero la telecamera, che era diritto dei cittadini, ma anche suo specifico, di affermare a chiare lettere che "per sei anni e mezzo l'Italia ha avuto come Presidente un uomo onesto". Gli stessi concetti ribadì, a chiare lettere, in una intervista a Giovanni Minoli molti anni più tardi, nella sua abitazione alle porte di Roma.
LA GIUSTIZIA A BABBO MORTO:
La Corte Costituzionale, investita del caso, scagionò completamente Leone, dopo che ad analoghe conclusioni era giunta, quando ormai si era dimesso, la commissione parlamentare inquirente (mentre, per la cronaca, vennero condannati i ministri Gui e Tanassi).
Nel tempo, giunsero al Presidente emerito Leone le scuse di Pannella e dei radicali, che riconobbero l'innocenza del capo dello Stato e la sua rettitudine morale e giuridica.
Non pervennero mai, invece, a Giovanni Leone, le scuse di Camilla Cederna (che pur vide il suo libro ritirato dal commercio e che venne condannata per diffamazione assieme al Gruppo Editoriale L'Espresso con conseguente risarcimento miliardario di Leone e dei suoi figli.
Giovanni Leone morì a 93 anni, nella sua casa, il 9 novembre del 2001.
LA STORIA E I CRIMINI CONTRO LE ISTITUZIONI DA PARTE DELLA SINISTRA E DELLA MAGISTRATURA SI RIPETONO
Dal 1994 la storia si ripete con le stesse e identiche modalità contro Silvio Berlusconi, il suo Governo e i suoi elettori:
1) Campagna denigratoria supportata dallo stesso Gruppo Editoriale di allora e rafforzata da due reti pubbliche su tre che operano campagna diffamatoria e antigovernativa senza che per questi reati vi sia il benchè minimo intervento da parte di alcuno.
Intimidazione e minacce su giornali e giornalisti scomodi con perquisizioni e violazioni in puro stile cino-cubano.
Ma forse i magistrati non guardano la TV a causa della stanchezza accumulata in tante ore di duro e faticosissimo lavoro !
2) Scandali artatamente montati e susseguenti procedimenti giudiziari con ampio rilascio da parte delle procure di documenti ed atti riservati a giornali e giornalisti amici.
Secondo il principio del "Do ut des" questi rilasci ad hoc non sembra siano stati privi di sostanziose contropartite.
Sicuramente l'avviso di garanzia recapitato per via giornalistica fu pagato molto meglio delle presunte escort frequentatrici di Arcore e Villa Certosa. Come pure i verbali delle ultime intercettazioni.
3) Richiesta di dimissioni e mozioni di sfiducia a raffica con relativo ricorso ai soliti babbuini di piazza. Quest'anno con il supporto di gay e battone rosse che ai tempi di Leone si battevano per i motivi opposti.
Ma si sa: la donna, come il gay,è mobile. Come l'interpretazione della legge. Oggi così e domani cosà: dipende dal risultato che si vuol raggiungere.
Ma c'è un elemento che differenzia il criminale atto compiuto contro Giovanni Leone da quelli compiuti contro Silvio Berlusconi: il popolo di Centro Destra non permetterà che il delinquenziale patto politico-giudiziario prevalga!
Questa volta la pulizia la facciamo noi !
IL WEB NON APPARTIENE ALLE PANTEGANE ROSSE !
"Bisogna rivendicare, in nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti"
Karl Popper
Rivendico il diritto ad essere intollerante nei confronti dell'ideologia comunista, dell'islamismo assassino e illiberale, dei nemici di Israele e di quelli che per abbattere l'avversario, in assenza di sostegno popolare, utilizzano una magistratura da operetta che ormai ha perso ogni credibilità ed onorabilità producendo 4 milioni di vittime di errori giudiziari !
Marcello Sanna
Karl Popper
Rivendico il diritto ad essere intollerante nei confronti dell'ideologia comunista, dell'islamismo assassino e illiberale, dei nemici di Israele e di quelli che per abbattere l'avversario, in assenza di sostegno popolare, utilizzano una magistratura da operetta che ormai ha perso ogni credibilità ed onorabilità producendo 4 milioni di vittime di errori giudiziari !
Marcello Sanna
sabato 19 febbraio 2011
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